Una meditazione sull’ascolto della nostra interiorità, dei ritmi e delle pulsioni base della nostra umanità, che ci permettono di divenire consapevoli dell’ardore, per salire verso la luce che ci attraversa.
Una meditazione sull’ascolto della nostra interiorità, dei ritmi e delle pulsioni base della nostra umanità, che ci permettono di divenire consapevoli dell’ardore, per salire verso la luce che ci attraversa.
Un’esperienza di bagno di foresta, nel bosco di Smerillo, in stretta connessione con gli alberi e con la Natura, per sentirci anche noi, come gli alberi, in tensione fra cielo e terra, fra corpo e spirito.
In una suggestiva passeggiata nel bosco, un’esperienza di Montagna-Terapia per stimolare l’attenzione, la consapevolezza emotiva, la relazionalità con l’altro e con la propria esperienza interiore e interrogarsi sul proprio precipizio.
Una pietra dei Monti Sibillini, un braccio meccanico, un coro. Materia, vibrazione e canto si intrecciano in una performance che indaga il concetto di precipizio come tensione tra opposti: caduta e sospensione, rumore e silenzio, umano e artificiale. Là dove il precipizio non è fine ma soglia, vibrazione, possibilità, metafora di un istante infinito per “gettarsi nel precipizio dell’eterno”.
Dal male il bene, diceva S. Agostino. Precipitare non è azione ultima, alla quale segue solo la morte. C’è un domani dopo il precipizio. È necessario però, articolare una nuova idea di futuro, che non porti in sé il nostalgico ripristino di ciò che è stato, né che si fondi sull’attesa inerte di un nuovo equilibrio nato spontaneamente. Nel precipizio occorre assumere responsabilità, avere il coraggio di aprirsi al cambiamento inaspettato, essere forti della nostra storia e delle nostre radici e da lì ripartire.
GUIDO CASTELLI Avvocato cassazionista, è Senatore della Repubblica e Commissario straordinario ricostruzione sisma 2016. Main speaker e relatore in numerosi convegni e festival promossi da Università, Fondazioni e sodalizi nazionali. Il suo ultimo libro è Mediae Terrae (2024, Cesena, Historica edizioni).
L’essere umano è nato per amare ed essere amato. Allora perché fatichiamo tanto nelle relazioni e inquiniamo i nostri rapporti d’amore? Perché non conosciamo la natura profonda dell’amore. Questa lacuna, gravissima, produce conseguenze devastanti: delusioni, relazioni disfunzionali, allontanamenti, rifiuti. Per imparare ad amare, bisogna disimparare, eliminare le sovrastrutture tossiche che la società ci ha cucito addosso e recuperare quel momento in cui scossa la scintilla, quando siamo nella perfezione del sentimento.
ANTONIO TAMBURELLO Psichiatra e Psicoterapeuta, è fondatore e direttore dell’Istituto Skinner, scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale e docente di Psicologia Clinica all’Università Europea di Roma. È autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali. Il suo ultimo libro è L’amore nasce eterno (2023, Mondadori). Negli ultimi anni, i suoi video diffusi sui canali digitali lo hanno reso un riferimento per moltissime persone.
Un tempo fonte di imbarazzo, vergogna, senso di inferiorità, l’ignoranza è oggi un prodotto di straordinario successo. E l’Italia è uno dei migliori luoghi al mondo per la sua commercializzazione e consumo. Come si è arrivati a questo precipizio della cultura e del sapere? Anche attraverso il marketing dell’ignoranza, ovvero un sofisticato processo di creazione e diffusione dell’ignoranza quale valore e pratica quotidiana nella vita della società. Ne sono esempi il prevalere del futile sull’utile, la massificazione dell’eccentricità, l’amazonizzazione delle aspettative.
PAOLO GUENZI è professore associato nel Dipartimento di Marketing dell’Università Bocconi. Ha scritto numerosi libri e pubblicato decine di articoli scientifici. È fra i fondatori di una organizzazione di volontariato. Cerca di impegnarsi per costruire un mondo migliore. Il suo ultimo libro è Il marketing dell’ignoranza (2025, Egea)
Con la sua comicità intelligente, Piero Massimo Macchini ironizza sull’ignoranza dilagante del nostro tempo, mettendo in scena il provincialotto, uno stereotipo marchigiano che diventa specchio di un’Italia minore, radical grezza, quella che ride per non piangere. Un momento per lasciarsi andare, buttarsi nel divertimento e chiudere il Festival con un grande sorriso.
PIERO MASSIMO MACCHINI Autore, performer e agitatore culturale, con la sua comicità ibrida intreccia il pensiero e la pancia, la vergogna e l’orgoglio, la provincia e il mondo.